| Abbie quel giorno si era svegliata prestissimo, ancora più presto del solito. Alle quattro del mattino, Cutie aveva iniziato a miagolare e a saltellare sul suo letto, e lei non riusciva a capire proprio cosa avesse. Poi ricordò che probabilmente doveva essere affamata; quando era ad Hogwarts il tempo per lei volava, e non ne dedicava molto alla sua gatta. Povera Cutie... Le disse iniziando ad accarezzarla. Voleva farsi perdonare in qualche modo. E già un'idea l'aveva, solo che non avrebbe potuto realizzarla... Eppure, se fosse stata attenta... Diamine, qulcosa doveva farla! Non poteva lasciare quell'animale a morire di fame! E così, infilò un mantello sopra il pigiama, e si avviò verso l'uscita del dormitorio Corvonero. Cutie la seguiva trotterellante, ed Abigail dovette prenderla in braccio perchè faceva troppo rumore. Strano, davvero strano che i gatti facciano rumore quando solitamente sono così silenziosi che neanche l'udito di un vampiro riesce a sentire i loro passi... La ragazza scese le scale, diretta ovviamente ai sotterranei. La strada fu lunga, e lei dovette stare molto attenta perchè i Prefetti gironzolavano per i corridoi. Se qualcuno per caso l'avesse vista, le sarebbe toccata una bella punizione... Comunque, finalmente era arrivata nei sotterranei e potè concedersi di sospirare; ma riprese suito il cammino, dirigendosi verso le cucine. Ecco, con suo grade sllievo, il quadro di frutta secca: solleticò la pera e questo si aprì, mostrando un'enorme stanza con un lungo tavolo al centro e miriadi di elfi domestici indaffarati. Subito uno le si avvicinò, così Abbie sfruttò l'occasione per chiedergli qualcosa da mangiare per la sua gattina. Dopo circa un secondo, tre efi portarono nella sala una ciotola argentata piena di latte, e Cutie si dede alla pazza gioia. Si era letteralmente "lanciata sul cibo"... Abigail guardò 'orologio: le cinque ed un quarto, era in perfetto orario. Quella mattina era particolarmente eccitata perchè nel pomeriggio avrebbe partecipato alla sua prima lezione del quarto anno: "Lezione di Intrduzione di Divinazione". Interessante; le era sempre piaciuta quella materia perchè la trovava particolare. Non che le altre materie non fossero particolari, in fondo erano tutte legate alla magia, ma questa era veramente curiosa. Per non parlare della prof, Sibilla Cooman. Era pazza, tutti ad Hogwarts la definivano così. Lei la trovava solamente buffa, non era certamente la sua preferita, ma almeno era preparata nella materia che insegnava... Quando Cutie terminò la sua colazione (grazie al cielo non aveva impiegato molto tempo), Abbie uscì dalle cucine e si ritrovò nuovamente nel buio dei sotterranei; allora lasciò che la gattina si ritirasse da sola nei Dormitori e lei si diresse verso la Tenuta della scuola. Aveva bisogno di un po' d'aria fresca, ed anche di un bel ripasso. Dopo essersi seduta su una panchina, sfoderò la bacchetta e... Accio libro, disse con voce sicura. Subito il volume di Difesa Contro Le Arti Oscure prese il volo e si depositò successivamente sulle gambe di Abbie. Iniziò a leggere dei capitoli riguardanti alcune creature fantastiche, e quella lettura la prese così tanto che perse la cognizione del tempo. Capì ch'era ora di pranzo soltanto dal profumino di arrosto con patate che proveniva dalla Sala Grande, e non riuscendo a resistere, decise ch'era ora di chiudere i libri e soddisfare il proprio palato. Appena finito di mangiare, si diresse verso la Torre dove si trovava l'aula di Divinazione, per evitare di arrivare in ritardo. Non c'era ancora nessuno in classe, e lei si sedette in uno di quei tavolini rotondi esattamente di fronte quello al centro della professoressa. Come la Cooman fosse riuscita a non notarla una volta entrata in classe, era davvero inspiegabile. Comunque, Abbie seguì la lezione in silenzio e tranquillamente, ma quando la professoressa iniziò a parlare delle varie tecniche divinatorie, le venne spontaneo alzare la mano. Dopo che le fu concesso di rispondere, disse: Vorrei aggiungere qualcosa riguardo le tecniche divinatorie. Innanzitutto nell'antichità era molto diffusa anche l'interpretazione dei segni degli dei. Infatti, le divinità facevano credere alle varie popolazioni di essere più o meno protette da loro inviando dei segni, che appunto gli uomini consideravano doni degli dei. Non a caso ogni città aveva un proprio Dio protettore, al quale venivano dedicati dei templi, delle cerimonie, delle feste... Inoltre veniva predetto il futuro anche osservando gli spostamenti degli astri o mediante l'osservazione dei fenomeni naturali. Dopo una breve pausa, Abigail continuò a parlare, decidendo di soddisfare una sua curiosità: Professoressa, il fenomeno del déjà vu può essere in qualche modo considerato come una tecnica divinatoria? Recentemente la ragazzina aveva letto qualcosa su questo fenomeno in un libro di uno scrittore francese, e le era rimasto questo piccolo dubbio... Abbie credeva che il déjà vu fosse "il ricordo di un sogno". Molto spesso i sogni si dimenticano appena svegli, ma qualcosa rimane sempre, come se avessimo la risposta sulla punta della lingua eppure al tempo stesso non riuscissimo a ricordare. Quindi se l'esperienza che si credeva di avere già vissuto, in reltà era stata affrontata in un sogno, allora doveva essere una tecnica di Divinazione, poichè si sapeva già come dover comportarsi in quella situazione (conoscendo ovviamente l'esito della vicenda).
|